Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 24 ottobre 2011 “Non c’è due senza tre!” cita un antico proverbio. Così, dopo le Dolomiti e le palafitte di Ledro e Fiavé il Trentino potrebbe puntare ad un terzo riconoscimento nell’ambito del “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco. La proposta viene dalla Val di Non ed è seria e documentata tanto che i promotori – Armando Chini e Mauro Schwarz – l’hanno già presentata la scorsa estate durante i lavori del consiglio comunale di Coredo, sollevando in valle voci di entusiasmo ma anche di legittima perplessità. Ma cosa dice questa proposta? Semplice: promuovere il riconoscimento Unesco per il Santuario di San Romedio e per l’ambiente in cui è inserito. Il Santuario di San Romedio costituisce uno dei luoghi di culto ma anche di interesse culturale e ambientale in genere, più interessanti delle Alpi e d’Europa. Costruito nell’arco di oltre mille anni sulla tomba di Romedio, personaggio di origine bavarese che qui si ritirò all’epoca di Vigilio (IV-V secolo). E’ meta di pellegrinaggio ma anche di semplice interesse turistico e naturalistico, per la spettacolare localizzazione tra le rupi ed i boschi e per l’unicità architettonica, con una successione verso l’alto di 5 chiese collegate da una ripida scalinata ne fa il compendio di interesse mondiale. L’importanza di questo luogo è stata confermata dalla stessa Giunta provinciale, la quale il 16 settembre scorso ha approvato con la delibera n. 1938 un “Protocollo di intesa con l’Arcidiocesi di Trento, quale procuratore generale della Chiesa R.C. di San Romedio, la Comunità Val di Non ed i Comuni di Coredo, Romeno e Sanzeno, per la valorizzazione del santuario, la riqualificazione e la sistemazione dei siti e delle aree adiacenti, nonché per la promozione dell’offerta turistica”. Ma il riconoscimento Unesco sarebbe ben altra cosa e porrebbe il santuario trentino su un livello di prestigio internazionale ancor più riconosciuto. E’ evidente che ciò accrescerebbe la visibilità e la conseguente frequentazione del sito, mettendone a rischio proprio quegli elementi naturali di tranquillità e silenzio che ne fanno un luogo privilegiato per entrare in contatto con Dio – per i credenti – e con la natura. Ma è altrettanto vero che un simile riconoscimento potrebbe portare alla realizzazione di una serie di interventi per agevolare la frequentazione e per ridurne gli effetti negativi, come ad esempio moderni sistemi per la mobilità a basso impatto ambientale. Dal punto di vista dell’economia locale e dei trentini in generale e dell’occupazione sarebbero evidenti le ricadute positive. Premesso però che un simile passo non potrebbe essere compiuto solo da un Comune o dalla Valle, ma richiederebbe l’impegno dell’intera comunità provinciale – attraverso la Provincia autonoma – come è già positivamente accaduto per le Dolomiti e per i siti palafitticoli si impegna la Giunta provinciale 1. a valutare con l’Arcidiocesi di Trento, con i Comuni di Coredo, Romeno e Sanzeno, con la Comunità della Val di Non e con l’APT d’ambito la possibilità e l’opportunità di avviare presso l’Unesco l’iter per il riconoscimento del Santuario di San Romedio quale “Patrimonio dell’Umanità”; 2. a sostenere l’iniziativa in termini organizzativi ed economici nel caso risultasse praticabile e di interesse per il Trentino e per i soggetti indicati al punto precedente. Cons. Roberto Bombarda |
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